PSICOLOGIA ANTI-AGING

Invecchiare è certo un fenomeno naturale che riguarda la somma di tutte le modificazioni biologiche e psicologiche che accompagnano ciascun individuo lungo il cammino della sua vita, una complessa cascata di processi che portano ad una trasformazione funzionale dei sistemi e dei ritmi dell’organismo.

Non tutti invecchiamo allo stesso modo: l’invecchiamento e la vecchiaia sono primariamente processi culturali e sociali e l’età è un modo solo approssimativo di definire l’invecchiamento poiché esso è il riflesso non solo del processo biologico dell’organismo ma anche degli esiti delle malattie, del peso delle avversità, dello stile di vita scelto. E se un tempo era connotato da stereotipi relativi all’involuzione ed alla degenerazione, oggi invece è inteso come una FASE EVOLUTIVA, che ci può aprire ad esperienze arricchenti. SE CI OCCUPIAMO DELLA SALUTE. Tutte le ricerche confermano come il genoma non possa predire più del 10-20% dei disturbi e delle malattie che svilupperemo lungo la vita, mentre i cambiamenti nel comportamento, negli atteggiamenti e nella vita sociale, nell’alimentazione hanno sicuramente un impatto maggiore sulla salute o sulla sua perdita. ma serve un approccio sistemico alla salute, UN APPROCCIO CHE ABBIA AL CENTRO L’INCREMENTO DELLA CAPACITA’ DI PRENDERSI CURA DI SE‘. Perché ogni stagione della vita è formidabile e creativa.

La psicologia può oggi dare un decisivo contributo in PROGRAMMI ANTI-AGING che informino ed insegnino a preservare la salute dei sitemi biopsichici. Non si tratta della ricerca della “fonte magica di eterna giovinezza” ma dello scoprire quali sono le aree su cui possiamo intervenire ed i comportamenti che dobbiamo adottare per affrontare il passaggio degli anni in salute.

ALMADEA, che ha messo a punto per Named uno strumento autovalutazione del livello di stress (Stress Test) si occupa da molti anni di programmi anti-aging, promuovendo BUONE PRATICHE DI VITA PER UNA SANA LONGEVITA‘. Piccoli percorsi personalizzati e strutturati per comprendere come affrontare la menopausa, i cambiamenti estetici del corpo, la diversa percezione dell’immagine fisica e psichica di sè, la prevenzione dei più gravi disordini della seconda metà della vita.
Ecco a cosa fare attenzione:

 

1. L’INFLAMMAGING

L“Inflamm-ageing” è uno stato infiammatorio cronico di basso grado favorito dall’accumulo di danni e/o alterazioni a livello cellulare, molecolare, biochimico e genetico. L’infiammazione sistemica è la base delle patologie età-correlate croniche come malattie cardio-vascolari, demenze, cancro, diabete. Altera inoltre l’umore in senso depressivo: la depressione, a sua volta, aumenta il livello di infiammazione.

 

2. STEREOTIPI E CREDENZE

In generale la medicina presenta l’ultimo arco di vita come una sequela di malattie ed handicap fisici e psichici, caratterizzato dallo spettro della perdita di status sociale e dell’isolamento, dell’aggravamento dei diversi deficit funzionali. La società fortemente orientata al mito della giovinezza e dell’efficienza, della perfezione fa si che il procedere dell’età sia

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automaticamente associato ed equiparato ad una grave ferita narcisistica, perché assolutamente identificato col “lutto” delle diverse “perdite”, che può generare uno sguardo insoddisfatto su tutto o molto di ciò che si è fatto o si è stati, avvilendo l’individuo in una posizione di umiliazione ed incapacità, dal momento che, oramai, nulla si può cambiare, e non c’è più modo di ri-costruire. Sono stereotipi pericolosi perché inducono alla rassegnazione, all’evitamento di quelle buone abitudini di salute che invece davvero cambiano la vita e fanno la differenza tra salute e malattia.

 

3. ALIMENTAZIONE

Alleggerimento è l’imperativo della fase, in tutte le sue declinazioni. L’inflammaging si tiene a bada anche attraverso una corretta alimentazione. Non una dieta ma un regime alimentare: MINDFULL EATING!

 

4. MINDFULNESS

Sapete qual è il principlae fattore che produce infiammazione? Il RIMUGINIO MENTALE! Lo stress mentale è la principale fonte di invecchiamento cellulare e cerebrale. La mindfulness è un importante fattore di protezione globale, che lavora su tutti i sitemi dell’organismo, con importanti e positive ricadute. E’ un’importante promotrice di neuroplasticità, produce effetti stabili e rilevanti, anche sull’asse dello stress, sui sitemi endocrini, metabolici e immunitari.

 

5. ATTIVITA’ COGNITIVE

I neuroni continuano a formarsi nella neocorteccia ed in molte parti del cervello, incluso corteccia prefrontale, ippocampo che è importante per la memoria, anche negli anziani: ma il traffico migratorio dei neuroni è regolato dall’attività cognitiva, che determina la quantità di neuroni prodotta e la loro destinazione cerebrale. Le strutture cerebrali che beneficiano della neuroprotezione conferita dall’esercizio, resisteranno per molto più tempo agli attacchi del declino neurologico. Gli effetti di una stimolazione cognitiva accentuata sembrano perciò avere la meglio sugli effetti deterioranti dell’età. Esistono attività cognitive appropriate: vieni ad impararle! Il potere mentale aumenta con l’esercizio. Come il sistema muscolare dell’organismo, anche il cervello tende ad atrofizzarsi con l’inerzia e a migliorare con l’esercizio.

 

6. SPORT

I livelli di sostanze chimiche che stimolano la crescita di nuovi neuroni nel cervello aumentano anche grazie all’esercizio fisico. L’attività fisica ha una funzione neuroprotettiva e neurotrofica: non serve solo alla linea.

 

7. VITA DI RELAZIONE

La nostra salute rimane legata alla possibilità di scambio, di interconnessione e di rete con gli altri, seguendo sensibilità, sensualità ed ascolto delle vocazioni interiori. Rimane più in salute chi non ha limitato la propria esperienza di vita alla professione e al lavoro, ma ha coltivato interessi e relazioni, senza vincolare strettamente, esclusivamente e rigidamente l’identità  allo status di lavoratore.

 

8. INTEGRATORI

biochimica, fitoterapia, omeopatia